martedì 29 novembre 2011

Una merenda nutriente e golosa!

Questa che vi propongo oggi è una merenda semplice e sana che ho fatto qualche giorno fa alla mia piccolina, convalescente da un febbrone sopra i 39° per 4 giorni senza toccare cibo, quindi avevo bisogno di stuzzicarle l'appetito con qualcosa di nutriente , ma goloso, allora mi è venuto in mente un dolcino che ci faceva spesso la nonna Olga: la crema con le banane!
Crema, banana e cacao
Ingredienti per un vasetto o due bicchierini (abbastanza ad occhio)
1 uovo
2 cucchiai di farina
1 cucchiao di zucchero
mezza banana
1 bicchiere di latte
scorza d'arancia, o di mandarino o di limone o bacca di vaniglia per aromatizzare (o anche niente)
Le dosi di cui sopra sono per una persona adulta o pr duebimbi di 2/3 anni

Procedimento
Ho messo a scaldare il latte, meno due dita, con la scorza di mandarino, ho fatto sobbollire e poi l'ho spento, lasciandolo aromatizzare. Nel frattempo ho lavorato il tuorlo con lo zucchero, ho aggiunto piano la farina, continuando a mescolare e infine il latte rimasto a filo, fino a formare una cremina priva di grumi. Poi ho aggiunto il composto di uovo al latte nel pentolino, ho rimesso sul fuoco lento e ho iniziato a mescolare con una frusta fino a che la crema non ha iniziato ad addensarsi, poi ho continuato con un mestolo di legno per altri 2 minuti circa. Ho spento il fuoco, ho trasferito la crema in un recipiente basso e ho lasciato raffreddare, mescolando di tanto in tanto con un cucchiaio, per evitare che si formasse la patina in superficie.
In fine ho fatto uno strato di crema nel vasetto, ho proseguito con qualche rotella di banana, ancora crema, banana, crema e infine ho spolverato con del cacao zuccherato. Si fa riposare in frigo e poi è pronta da servire. Buon appetito a tutti i bambini!
  Questa piccola e semplice ricetta la regalo alla raccolta benefica di Patrizia per i bambini alluvionati della casa famiglia di Rocchetta Vara.

lunedì 28 novembre 2011

Se un re spagnolo, a Livorno, avesse ordinato il baccalà al suo chef personal...

Ecco l'ultima fatica per l'MTC di novembre.In questo caso ho voluto spaziare proprio geograficamente e mi sono immaginata un'invasione spagnola in quel di Livorno: in fondo la costa livornese e quella spagnola sono divisi solo dal Mediterraneo. Mi sono anche "documentata" un minimo sul web, fosse mai che nella mia ignoranza mi fosse sfuggita qualche influenza spagnola in terra livornese...e in effetti qualche passaggio di qualche re c'è stato, anche se non penso che abbia lasciato traccia dei suoi gusti culinari: "Carlo Sebastiano di Borbone era durante l'infanzia solo terzo nella linea di successione al trono spagnolo, cosicché sua madre si adoperò per dargli una corona in Italia rivendicando l'eredità dei Farnese e dei Medici. La Farnese riuscì a ottenere dalle potenze europee il riconoscimento dei diritti dinastici di Carlo sul Granducato di Toscana, dove nel 1732 fu dichiarato gran principe (cioè principe ereditario)." Dopo questa divagazione "culturale" torniamo ai deliri "storicogastronomici": che fine avrebbe fatto il baccalà alla livornese se qualche fantomatico regnante spagnolo lo avesse richiesto al suo chef di fiducia?
Ma è ovvio! I livornesi sarebbero stati spettatori della nascita del famosissimo...Baccalà in salsa all'arancia, e siccome io sono un po' giocherellona, sempre...mi sono inventata queste palline. E come direbbe la mia adorata Polpettina: "Signoi e signoe cutina la...mammaaaa!"
Bolas de bacalao con salsa de naranja 
Palline di baccalà in salsa all'arancia
Sia la pastella che la salsa sono ricette tratte dal libro "La cucina spagnola" di C. Messina.
Le "palline" sono una mia libera interpretazione (fissazione) e il baccalà lesso è un'idea di Barbara, la cheffa del Ristorante Pane e Vino
Ingredienti:
400 g di baccalà lesso
200 g di farina di frumento
1 uovo
olio e.v.o
sale
Per la salsa all'arancia
500 g di pomodori
5 spicchi d'aglio
1 arancia amara
2 cucchiai di olio e.v.o.
1 pizzico di zucchero
sale e pepe

Parto dal lessare il baccalà (stavolta l'ho comprato gia dissalato) e vi trascrivo pari pari il procedimento originale: "...è avanzato del baccalà "lesso" cioè messo a cuocere sul fuoco con pochissima acqua a coprire, ma anche meno, con la pelle rivolta in su, un 50 gr d'olio extra, aglio schiacciato e con il coperchio. In 20 minuti avrete un pesce saporito e tenerissimo ma, se non ce la fate a finirlo....." Cosa alquanto improbabile...l'ho assaggiato, prima di "impolpettarlo", e vi giuro che se non avevo la fissa delle palline, me lo sarei mangiato semplicemente così!
Per la pastella: "rompete l'uovo separando il tuorlo dall'albume. Ponete in una ciotola la farina, un pizzico di sale, un paio di cucchiai d'olio e il tuorlo e, amalgamando con un mestolo di legno, diluite unendo l'acqua fredda necessaria per ottenere una pastella omogenea, più liquida che soda, che lascerete riposare coperta per almeno mezz'ora." Unica mia minima variazione: ho spruzzato un po' di succo di arancia nella pastella.
Nel frattempo ho preparato la salsa. "Immergete i pomodori per qualche istante in acqua bollente, sgocciolateli, spellateli e spezzettateli eliminandone i semi. Sbucciate gli spicchi d'aglio e tritateli grossolanamente. Versate l'olio in un tegame a fondo spesso, fatelo scaldare e soffriggetevi l'aglio fino a quando inizia a prendere un lieve colore dorato. A questo punto unite i pomodori, salate, insaporite con pepe macinato al momento, aggiungete un pizzico di zucchero e fate sobbollire per circa 10 minuti.Lavate bene l'arancia, eventualmente con sapone di Marsiglia per eliminare ogni traccia di conservanti dalla buccia (io ne avevo una non trattata), affettatela sottilmente eliminando i semi e unitela ai pomodori.
Lasciate sobbollire la salsa per 20 minuti, toglietela dal fuoco, aggiustate di sale e pepe e, se preferite, eliminate le fette d'arancia."
Sempre nel frattempo, sono andata a formare le famose palline: non volevo "contaminarle" con altri ingredienti, visto che c'era gia la pastella con l'uovo che poteva nascondere il sapore del pesce, così ho semplicemente formato delle palline piccole come noci con la polpa di baccalà, aggiungendoci solo un cucchiao di farina e un pizzico di pangrattato per asciugarle un po' e miracolosomante hanno tenuto la forma tondeggiante.
Infine ho immerso con un cucchiaio le palline una ad una nella pastella e le ho fritte in un tegame con abbondante olio d'oliva ben caldo. Le ho impiattate calde calde e le ho servite con la salsina per antipasto.
Fine della mia terza e ultima "fatica" livornese: Cris sei l'unica, per ora, che mi hai ispirato per tre volte....

sabato 26 novembre 2011

Avanzi e riciclo per MTC!

Non mi è mai piaciuto buttar cibo che avanza, meno che mai ora che continuiamo ad essere in un perioduccio di crisi economica niente male, quindi, quando mi è avanzato un po' di ripieno dei tortelli al baccalà, mi è venuto subito in mente un consiglio della Cris nel suo post sul piatto MTC di questo mese: utilizzare la polpa di baccalà per fare dei crostoni. In realtà questa non è proprio una ricetta da "challenge", ma l'ho fatta, l'ho mangiata e mi è piaciuta moltissimo, alla faccia della sua semplicità, poi gli ingredienti sono da regolamento e allora perchè non farla partecipare? In fondo siamo quello che mangiamo e nel mio caso anche quello che cuciniamo, come la maggior parte dei miei piatti che propongo, io sono semplice, istintiva e soprattutto mi piace arrivare subito a dei risultati (forse non è proprio un pregio questo), quindi piatti veloci e gustosi, della serie massimo risultato, con minimo sforzo (leggi pigra).
Ecco il piatto supercomplicato..hi hi hi...ma un po' di relax dopo la "battaglia dei tortelli"...e che cavolino!!!!
Crostoni alla livornese
Non sto neanche ad elencare gli ingredienti, data la scarsa quantità (naturalmente se vi avanza del baccalà alla livornese!): ho aggiunto due patate lesse al ripieno di baccalà (vedi qua), una macinata di pepe e poi ho spalmato questa crema grossolana su delle fette di pane toscano, le ho messe sotto il grill del forno, fino a che non hanno fatto la crosticina, un filo d'olio novo e una manciata di prezzemolo tritato, davvero tutto qua!

venerdì 25 novembre 2011

Il baccalà alla livornese da MTC

Partiamo con ordine. Questo mese il tema dell'MTChallenge, proposto dalla vincitrice di ottobre, la pluricreativa gastronoma Cristina, che ammiro e stimo...anche quando non sei giudice Cri!;-)....ha proposto, da vera livornese d'adozione, il piatto principe della cucina di questa solare e beffarda città di mare: il baccalà alla livornese. Immediatamente sono stata folgorata da un'idea che credevo essere originale: il baccalà alla livornese dentro un raviolo o tortello, poi mi sono resa conto che in realtà era la fine più logica da dare ad un baccalà in un MTChallenge, infatti non appena ho versato l'ultima goccia di sudore per fare la mia prima pasta ripiena e ho sbirciato tra gli sfidanti, ahimè, il mio tortello era stato battuto sul tempo e non solo....anche dal punto di vista estetico....così mi sono un po' scoraggiata, e nonostante i gentili incoraggiamenti delle giudichesse, che mi esortavano a postare ugualmente non volevo mettere "alla berlina" i miei poveri "piccoli e neri" tortelli, così ho iniziato a pensare a qualcosaltro....ho "creato" un altro piatto, che mi ha dato più soddisfazione....e....misteri della psiche....dopo aver riacquistato un miminimo di autostima, ho deciso di mostrare tutti i miei "lavori", a partire proprio dal mio tortello  piccolo e nero (marroncino letteralmete).
Piccolissima premessa: anche se la forma rettangolare può ricordare più i ravioli, li ho chiamati tortelli, perchè almeno qua a Firenze e dintorni, i ravioli sono prettamente ripieni di ricotta e spinaci e hanno la sfoglia molto sottile, mentre i tortelli sono più "rustici", con la sfoglia un po' più spessa e ripieni di patate, quindi essendoci anche un po' di patata nel ripieno ho optato per la seconda denominazione.
Tortelli mari e...boschi
Ingredienti per 2 persone
Per il ripieno:
1 filetto di baccalà da 500 g (che ho ammollato io per 2 giorni!)
2 spicchi d'aglio
150 g di polpa pronta di pomodoro (io avevo quella di mia suocera coi pomodori dell'orto)
olio extravergine d'oliva "vecchio" (del mio suocero)
1 patata lessa media
Per la sfoglia:
90 g di farina 00
60 g di farina nuova di castagne
1 uovo e un albume
olio extravergine d'oliva "vecchio" q.b. per renderla più elastica
prezzemolo tritato
Per il condimento
olio extravergine d'oliva "nuovo" (sempre del mio suocero)
aglio e prezzemolo

Iniziamo dalla cosa più facile: il condimento. Ho versato un po' d'olio novello in un barattolino, con uno spicchio d'aglio schiacciato e del prezzemolo tritato e nel tempo che preparo i tortelli e il baccalà, lo faccio aromatizzare.
Proseguo col ripieno, praticamente seguo la ricetta di Cristina per fare il baccalà alla livornese,  togliendo  però prima la pelle al filetto di pesce, diminuendo la percentuale di pomodoro e senza preoccuparmi della grandezza dei bocconcini e senza infarinarli. Fatto questo, raccolgo il pesce con la sua salsina in una ciotola, elimino l'aglio, lo spezzetto ben bene con la forchetta e ci aggiungo la patata lessa passata. Metto il ripieno a riposare in frigo.
Eccoci all'acqua....cioè....eccoci al difficile, per me: la pasta, oltretutto con l'aggiunta di farina di castagne, che ho scoperto, a mie spese, rende l'impasto molto più difficile da lavorare, rispetto ad una normale pasta all'uovo (che ho fatto in contemporanea per mio marito, visto che "odia" le castagne)
Ho impastato gli ingredienti, con molta difficoltà, alla fine sono riuscita ad avere una palla omogenea, pensando di aver superato lo scoglio più grande. Poi ho diviso l'impasto in due parti uguali e ho iniziato a tirare la pasta per stenderla e lo scoglio si è trasformato nell'iceberg del Titanic. Vi chiederete perchè ho diviso in due l'impasto...si dai...chiedtemelo...ma è ovviooooo...per complicarmi la vita, visto che tutti i giorni faccio la pasta fresca io! Mi sono messa in testa di fare la pasta di castagne prezzemolata, cos'ì dopo aver steso una parte d'impasto ci ho sparso sopra un po' di prezzemolo e poi ho sovrapposto l'altra sfoglia stesa e ho iniziato a pressarla col mattarello...tutto qui. Alla fine il risultato visivo no è stato granchè, visto che la pasta è molto scura, ma qualche sentore di prezzemolo si è sentito al gusto. Per farla breve poi mi sono arrangiata per fare questi pseudotortelli, non avendo una tecnica ben precisa (il prossimo corso di cucina che farò deve essere assolutamente sulla pasta fresca e ripiena!) e non vi sto a dire il mio metodo, sicuramente voi ne conoscerete di migliori. Ho lessato i tortelli, li ho impiattati e li ho serviti con l'olio nuovo aromatizzato all'aglio e prezzemolo: li ho mangiati solo io, non ho avuto un giudice esterno, ma vi assicuro che io sono molto autocritica, il gusto mi ha piacevolmente sorpreso, l'abbinamento folle delle castagne col baccalà non mi ha deluso, l'unica pecca è la consistenza troppo dura del contorno dei tortelli, ma questo è dovuto esclusivamente all'esecuzione non perfetta della sottoscritta, magari se qualcuno di voi prova a farli,  gli verranno 10.000 volte meglio. Ecco questa è la prima ricetta "istintiva". Faccio una pausa. Sono un po' stanca fisicamente. Al prossimo post, con la seconda estemporanea ispirazione.
Come sempre grazie Menuturistiche e grazie Cri!


lunedì 7 novembre 2011

Trancetti alla marmellata per i bimbi di Borghetto Vara!

Vorrei dire tante belle e struggenti parole, ma molte ne sono state già dette, sicuramente più significative, vorrei mettere le immagini della sofferenza, della distruzione dei tanti paesini dell'entroterra ligure, ma ne abbiamo viste a sufficienza e ne continuiamo a vedere nelle varie trasmissione televisive e non ho tempo, non c'è tempo da perdere per gli abitanti di questa bella terra e in particolare per i bambini della casa famiglia di Rocchetta Vara, distrutta dall'alluvione, e allora frettolosamente pubblico questa ricetta e la regalo alla bella iniziativa partita di Patrizia, che raccoglie ricette che poi verranno raccolte in un libro il cui ricavato andrà alla casa famiglia, ma anche chi non sa o non ama cucinare può contribuire facendo un versamento alle seguenti coordinate.
Passate parola.
IBAN 
IT30X0617549720000000546980
Banca CARIGE Ag.394
causale: alluvione Borghetto coop.sociale Gulliver
dal libro "Regali golosi" di Sigrid Verbert
Ingredienti
250 g di farina
250g di zucchero
240 g di burro
2 tuorli
1 cucchiaino di lievito per dolci
1/2 cucchiaino di estratto di vaniglia (non avendolo trovato, non l'ho messo)
300 g di marmellata di lamponi (io ho usato quella ai frutti di bosco)
una presa di sale

Preparazione
Mescolare la farina il lievito e il sale. In una ciotola, lavorare il burro morbido insieme allo zucchero fino a ottenere una crema chiara. Incorporate i tuorli e l'estratto di vaniglia, poi la farina. Impastare velocemente fino a ottenere un impasto soffice, dividerlo in due, avvolgere ogni porzione con della pellicola e lasciar riposare per un'ora. Trasferire poi una metà dell'impasto nelcongelatore per circa 5 minuti. Stendere l'altra metà in modo da riempire una teglia rettangolare (20x30 cm), coprire questo strato con la marmellata, poi, con una grattugia a buchi grossi, grattugiare l'altra metà dell'impasto, facendolo ricadere in modo che sia distribuito su tutta la superficie della marmellata. Infornare a 170°C per circa 30 minuti, fino a quando la superficie non sarà dorata. Accertarsi che la base sia ben cotta. Sfornare e far raffreddare. Ritagliare delle porzioni di circa 5 cm per lato. Per circa 24 trancetti.

giovedì 3 novembre 2011

La vera torta della nonna....

...o almeno come quella che ho sempre visto e mangiato qua a Firenze!
Dedico e regalo questo dolce al bellissimo e impegnativo progetto benefico di Meris, che servirà ad aiutare la Fondazione S.Lucia. Ecco il banner per diffondere l'iniziativa.
Questa torta, contrariamente al nome, è una di quelle che le mie nonne non mi hanno mai cucinato, ma che ho sempre comprato in pasticceria o ordinato al ristorante; ha fatto sempre parte del mio "bagaglio mangereccio" dell'infanzia (tra l'altro una delle mie preferite, insieme al millefoglie e il bongo) e non mi ero mai posta la questione delle sue origini...lo vedevo un po' come un dolce universale, trasversalmente nazionale e invece....sfogliando il mio prezioso "Libro della vera cucina fiorentina" di Paolo Petroni, mi trovo davanti alla ricetta di questa torta, con mia grande sorpresa inizio a leggerla, magari ha lo stesso nome, ma è tutt'altra cosa...e invece no...proprio no, l'unico ingrediente "intruso" sono le mandorle al posto dei pinoli, ma il risultato è proprio la torta della nonna che conosco io!
Incuriosita da questa cosa inizio a googlare "ricetta torta della nonna" e mi trovo davanti a varie versioni a seconda del tipo di pastafrolla e di crema, ma il succo rimane lo stesso, la frolla deve avere un giusto equilibrio di friabilità....solo la forma non mi convince, perchè vedo foto di torte perfette nel loro stampo da crostata, oppure torte altre con un bordo di 3 cm, alcune con la frolla un po' troppo spessa, ma io così non le ho mai viste...nemmeno nelle più prestigiose pasticcerie di Firenze. Poi mi nasce il dubbio sulla sua origine, perchè per molti è un dolce ligure che è diffuso anche in Toscana, per altri proviene dalla Romagna; forse un fondo di verità c'è, visto che sono tre regioni confinanti...chissà..sta di fatto però che nel mio "girovagar per web", ho trovato la sua definizione, addirittura su Wikipedia: "La torta della nonna è un dolce che nel corso degli anni è diventato parte integrante della cucina tipica fiorentina. Venne creato per scommessa da Guido Samorini grande cuoco scomparso qualche anno fa. Alla creazione gestiva un ristorante oggi scomparso che portava l'omonimo nome del luogo e del mercato stabile rionale fiorentino: San Lorenzo. Alcuni clienti stanchi dei pochi dolci che la cucina tipica offriva gli chiesero una sorpresa per la settimana successiva quando si sarebbero presentati per la novità. Il Samorini gli presentò quel piatto che fece tanto piacere nel gusto e nella novità.
La ricetta, pur essendo molto diffusa nelle repliche è stata passata in segreto ad una sua allieva e vanta tantissime imitazioni e personalizzazioni."
Di seguito una foto del Samorini che ho tratto dal sito di uno storico ristorante Casprini da Omero al Passo dei Pecorai, gestito dalla famiglia casprini dal 1913, passando per 5 generazioni, nelle colline del Chianti vicine a Firenze, una buonissima (giuro non è una marchetta, è una libera citazione) trattoria tipica fiorentina, che già conoscevo, ma non così bene...infatti guardate cosa ho scoperto: "Tra i cuochi che qua hanno lavorato e che hanno tramandato i loro segreti, c’è Guido Samorini, l’inventore della torta della nonna. Mamma Anna, ha avuto il privilegio di essere la sua allieva preferita". Mi sa che ci farò un salto molto presto, chissà che non riesca a carpire la ricetta "segreta" della torta della nonna...male male, mi consolerò comunque ordinandola!
Guido Samorini - Foto originale tratta da qui
Foto storica originale tratta da qui
 E ora dopo questa pseudoricercastorica sulle origini della torta eccovi finalmente la ricetta nella versione di Paolo Petri, che non so quanto si possa avvicinare all'originale, ma avuto un successone in famiglia. Ve la trascrivo pari pari con i soliti miei eventuali comment in corsivo.
Torta della nonna da Il libro della vera cucina fiorentina di P.Petri

Ingredienti per 8 persone
Per la crema pasticcera:
1/2 litro di latte
3 tuorli d'uovo
120 g di zucchero
50 g di farina 00
1 bustina di vanillina
scorza di limone
Per la pasta frolla:
350 g di farina 00
150 g di burro
130 g di zucchero
1 uovo+2 tuorli
1 limone
sale
Per la guarnizione
1 uovo
70 g di mandorle pelate o pinoli
zucchero a velo
"Per prima cosa preparate la crema pasticcera.
In una zuppiera mettete le uova e lo zucchero, quindi mescolate bene (meglio con uno sbattitore elettrico) fino a sciogliere i granelli di zucchero, poi unite la farina, la vanillina e un pizzico di sale. Continuate a sbattere, così da ottenere un composto denso e omogeneo.
Versate il composto in una casseruola ed aggiungete il latte molto caldo e una scorza di limone; rimestate e mettete sul fuoco molto basso e cominciate subito a girare con un mestolo di legno, sempre nello stesso verso. Continuate a mescolare fino a che il composto comincia ad addensarsi;fatelo sobbollire un paio di minuti e toglietelo dal fuoco[...].
Mescolate mentre si intiepidisce, in modo che non si formi la pellicina; alla fine coprite il recipiente con della pellicola e lasciatela raffreddare.

Ora preparate la pasta frolla.
Fate la fontana con la farina e mettete alcentro tutti gli ingredienti: le uova lo zucchero, il burro a temperatura ambiente tagliato a pezzetti, un cucchiaino raso di scorza di limone grattata e un pizzico di sale" - se siete pasticcioni come me vi consiglio invece di montare prima il burro con lo zucchero in una ciotola capiente, poi aggiungete le uova, la farina e il resto degli ingredienti.
"Lavorate velocemente (se si riscalda la pasta frolla "impazzisce") con le mani, in modo da ottenere un impasto elastico e compatto; fatene una palla, avvolgetela nella pellicola trasparente e fatela raffreddare in frigorifero per almeno un'ora.
Passato questo tempo, dividete l'impasto in due parti, una più grande dell'altra, quindi stendetele con il mattarello aiutandovi con un po' di farina, in modo da avere un disco alto 3 mm, mentre l'altro (quello per la copertura) dovrà avere uno spessore di circa la metà."-Ecco è nella stesura della pasta frolla che forse possiamo considerare questa preparazione di una certa difficoltà, dato che dobbiamo stare attenti a non rompere il velo sottile di pasta, e di seguito ecco la differenza più grande che ho trovato rispetto a tutte le ricette che ho letto: il metodo di cottura differenziato.
"Stendete il disco più grande in uno stampo a cerniera di circa 23 cm di diametro imburrato e infarinato  (o con carta da forno), bucherellatelo con una forchetta e mettetelo in forno molto caldo (200°C), quindi cuocetelo per un quarto d'ora.
Togliete il disco dal forno e fatelo raffreddare, quindi versateci dentro la crema fredda ben mescolata, in modo da darle una forma a cupola.
Ricoprite il tutto con il secondo disco di pasta frolla e sigillatelo bene con le mani, così che la crema non esca; bucherellatelo e spennellatelo con un uovo sbattuto, quindi ricoprite la pasta con le mandorle tagliate a filetti..
Fate cuocere in forno caldissimo (240°C), dando calore solo dalla parte superiore, per circa un quarto d'ora. Quando latorta è pronta, toglietela dal forno, fatela raffreddare e cospargetela con lozucchero a velo. Si gusta a temperatura ambiente.
[...]Aggiungendo alla crema pasticcera 150 grammi di cioccolato fondente grattato, otterrete la torta del nonno"

La quantità di crema sembra superiore alla frolla, e sta proprio in questo la bontà di questo dolce
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